C’era
una volta, in un paesino in riva al mare un buon’uomo di
nome Gaetano. Quest’uomo aveva girato in lungo e in largo
per un’Isola assolata e calda, dai bellissimi panorami;
questo perché faceva il Capostazione, sapete, quei signori
che un tempo dirigevano il traffico dei treni…In questo suo
peregrinare si sposò con una donna di nome Clotilde ed ebbe
un bel po’ di figlioli. Tra questi ve ne era uno di nome
Salvatore che gli sembrava un po’ strambo, perché un giorno
gli si presentò dicendo: “Papà, vorrei fare il
poeta”…Gaetano allora si disperò, perché non sapeva come
sarebbe finita la vita di suo figlio Salvatore, era proprio in
pensiero. Allora Salvatore per non farlo disperare troppo seguì
i consigli di papà Gaetano e si trovò un lavoro
“normale”. Ma il suo pensiero era sempre là: la
Poesia…Così continuò a scrivere, a scrivere e
scrivere…di notte, di giorno, a casa, nei bar, sempre.
Poi,
viaggiava tanto, anche. Insomma scriveva tanto che non ebbe più
il tempo di lavorare e lasciò il lavoro. Si trovava a quel
tempo in un luogo lontanissimo dall’Isola di papà Gaetano,
dove pioveva e faceva tanto più freddo.Ogni tanto era felice
di tornare nell’Isola e alla sua mamma scriveva sempre.
Certo, con Papà Gaetano non andava tanto bene ma un giorno,
dopo un lunghissimo viaggio in terre straniere dove gli fecero
una grandissima festa per quel che aveva scritto e
premiandolo, tornò subito nell’Isola e abbracciò il padre
Gaetano con tanto amore, dicendogli:”Siete il primo insieme
alla mamma a meritare questo abbraccio di felicità, ormai
potete stare tranquillo” e tutti i presenti piansero per la
commozione. Salvatore aveva vinto.
La
“fiaba” di Salvatore Quasimodo è raccontata, ovviamente,
in termini diversi da quanto letto sopra, presso la
mostra realizzata alla stazione ferroviaria di Roccalumera,
luogo d’origine del padre. Attraverso le quattro sale del
corpo centrale, documentazioni fotografiche e cimeli
raccontano le origini e i principali passaggi delle esperienze
di Salvatore Quasimodo: la famiglia, gli studi, i primi
impieghi, Milano, il premio Nobel, i ritorni in Sicilia e i
viaggi per il mondo.
Lo
spirito che anima la mostra è comunque vivo e il percorso è
animato dall’intervento di una guida-attore (il
Capostazione) che, comunque interviene in punta di piedi, con
semplicità. Per le scuole è stato studiato un itinerario
educativo – museale tramite questionari e momenti ludici
coinvolgenti e divertenti: un modo “attivo” di vivere la
cultura scolastica, con elementi innovativi rispetto alla
sperimentazione già fatta in questo ambito.
Ma la mostra è,
come tutte le altre attività del Parco Letterario,
valorizzazione delle risorse del territorio, avendo quale
punto di riferimento Salvatore Quasimodo, interpretando e
ricercando continuamente tutte le possibili sfaccettature
dell’ Uomo Quasimodo, non solo del Nobel Quasimodo; le
emozioni, i colori, i sapori, i profumi, l’identità
culturale nella sua totalità, immaginati e riproposti sono le
colonne portanti di quel che il Parco Letterario esprime
attraverso l’animazione del territorio, soprattutto dal
punto di vista turistico. In questo senso la mostra ha voluto
ricreare degli ambienti e dei “momenti” emozionali
diversi.
Le
sezioni previste all’interno di sette vagoni merci presso lo
scalo della stessa stazione, fruibili da fine luglio 2001,
trattano sei momenti della vita di Salvatore Quasimodo, come
avverrebbe sotto una lente d’ingrandimento, comprendendo
anche documenti in video. Tra il materiale video è già
disponibile (a titolo gratuito) la visione di quanto
gentilmente concessoci dalla Teca Rai, ricco di curiosità e
di grande importanza per i momenti educativi
Mariolina
Bernardini
14
luglio 2001
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