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LA DOPPIA IGNORANZA DEI CATTIVI MAESTRI.

 “Come mai un gruppo di 67 docenti – autori di un documento miserando e che falsifica platealmente il pensiero del Papa su Galileo – assieme a un centinaio di studenti di estrema sinistra è riuscito a condizionare il più grande ateneo d’Europa e a imporre le proprie scelte a più di centomila persone tra studenti e dipendenti? Se lo chiedeva il professore Giorgio Israel sul settimanale Tempi del 24 gennaio scorso.

 La squallida vicenda dell’università La Sapienza di Roma ancora una volta dimostra che la cultura in Italia dai rotocalchi alle riviste di divulgazione scientifica, è in mano ad una specie di “casta” che da decenni ha creato un’egemonia culturale permeata da numerosi luoghi comuni diventati ormai mentalità corrente anche di molti cattolici e di non pochi conservatori, luoghi comuni che si sono impossessati dei cervelli grazie alla strategia gramsciana di conquista della cultura e, soprattutto, del significato delle parole, come la scritta dello striscione appeso all’università la Sapienza: La scienza è laica, una vera e propria aberrazione, come ha detto monsignor Fisichella, come se a fare scienza sono soltanto i laici, mentre chi è religioso non può fare scienza.

 I professori che hanno firmato l’appello, contro il Papa sono stati doppiamente ignoranti. Hanno contestato che Benedetto XVI, quando era cardinale avesse sostenuto che il processo della Chiesa a Galileo fosse giusto e ragionevole, cantonata, il Papa aveva fatto una citazione del filosofo Feyerabend. A distanza di 17 anni i fisici antiratzingeriani, offesi e umiliati si sono fidati dell’enciclopedia on line Wikipedia e hanno acriticamente preso la citazione credendo che proprio quello fosse il pensiero espresso dall’”oscurantista” futuro Papa. Invece, il cardinale prendeva le distanze da quella citazione. Insomma un nuovo caso Ratisbona, ma a scoppio ritardato. Bell’esempio di rigore intellettuale, di serietà nella lettura dei testi e di rispetto della verità da offrire ai propri allievi! La Sapienza è ridotta a una discarica intellettuale e a un centro sociale.

 La seconda cantonata riguarda che il cristianesimo è contro la scienza moderna, una vulgata radicata all’interno della maggior parte dei cosiddetti uomini di cultura.  Massimo Introvigne, riprendendo un testo di Rodney Stark, il maggior sociologo delle religioni vivente, smentisce questa vulgata sostenendo che il cristianesimo ha generato la scienza moderna, e facendo riferimento alla seconda parte dell’opera di Stark dedicata alle origini religiose della scienza, scrive: “Naturalmente, l’idea secondo cui il cristianesimo ha generato la scienza moderna appare agli antipodi della vulgata secondo cui questa sarebbe emersa da una lunga lotta contro le pastoie religiose che cercavano di soffocarla”.

 Stark demolisce ad uno ad uno i miti di una “leggenda nera” sulla presunta lotta del cristianesimo contro la scienza. Inoltre, “Ugualmente falsa è l’idea secondo cui i grandi scienziati dell’epoca formativa della scienza moderna erano principalmente liberi pensatori scettici, o almeno protestanti anti-cattolici. Stark costruisce una tabella sulla base di cinquantadue scienziati, le cui biografie appaiono in diverse enciclopedie della scienza e che sono stati attivi fra il 1543 e il 1680, l’epoca d’oro della scienza moderna nascente secondo gli storici specializzati: conta venticinque cattolici, venticinque protestanti e solo due liberi pensatori”. (Massimo Introvigne, “Sociologia degli dei” e falsificazioni della storia: una recensione di “For the Glory of God” di Rodney Stark, in Cristianità, maggio-giugno 2003).

 Stark addirittura prende in esame la vita privata dei cinquantadue scienziati mostrando che il 61,7% di essi erano ‘devoti’(p. 162), nel senso che documenti personali, quali lettere e diari, ne provano una religiosità che andava al di là della semplice pratica ‘convenzionale’. Una situazione che si ripete per i secoli XVIII e XIX, lo stesso Isaac Newton, il grande scienziato, considerato illuminista dall’establishment degli storici inglesi, era un uomo profondamente religioso.

 Anche oggi il sociologo americano è convinto che la maggior parte degli scienziati ha una fede religiosa. Nella grande inchiesta della Carnegie Commission condotta nel 1969 su un campione straordinariamente elevato – oltre sessantamila docenti universitari – si dichiaravano credenti il 60 % dei matematici, e il 55 % dei fisici, chimici e biologi. (Ibidem).

 Se in certe statistiche sono riportati dati diversi, è perché ci si dimentica di separare - nota Stark – i dati sugli scienziati naturali da quelli relativi agli scienziati sociali – storici, psicologi, antropologi – che sono invece sostanzialmente meno religiosi.

 Di fronte a questa miseria intellettuale di tanti chierici del laicismo, solo la Chiesa ha una parola di rispetto e di verità per l’uomo, per ogni uomo, la verità si fa strada da sé ha detto Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa. La politica è in crisi nera, l’università in mano agli ignoranti arroganti, soprattutto veterocomunisti o radical-laicisti, solo la Chiesa rimane in piedi. Mentre altre voci tacciono, quella del papa si leva alta e forte per difendere l’esistenza della verità, la capacità della ragione umana di conoscerla – sia pure in modo completo e perfetto – e di trarne regole comuni su temi come la libertà, la giustizia, la vita, la famiglia.

 

S. Teresa di Riva, 28 gennaio 2008

Festa di S. Tommaso d’Aquino                                                                                                          DOMENICO BONVEGNA

                                                                                                                                                     domenicobonvegna@alice.it