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- Massimo Nardin vince il Premio Quasimodo per la
sceneggiatura -
14-12-2007 |
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E’
stato Massimo Nardin a vincere la prima edizione del Premio
internazionale di sceneggiatura “Salvatore
Quasimodo”,
con un elaborato tratto da un racconto di
Cesare Pavese.
Al secondo posto David Ladisa e Stefano Ruffinoni con una
scrittura ispirata all’unico romanzo di Woody Allen; al
terzo posto Silvia Martinoli e Stefania Tacca con una
sceneggiatura tratta da un romanzo di
Wilkie Collins.
Una menzione speciale ad giovane regista di Roccalumera,
Nello Calabrò, che ha scritto una storia che si rifà
all’esperienza diretta di
Salvatore Quasimodo
nel catastrofico terremoto di Messina nel 1908. Questo il
verdetto della serata finale al Centro Congressi di Nicolosi,
in provincia di Catania. La manifestazione, presentata da
Michele Cocuzza e Antonello Musmeci, ha regalato momenti di
intensità artistica:
Alessandro Haber
ha recitato brani di Bukoswki, e poesie di Prevèrt e Neruda;
Alberto Fortis ha interpretato una struggente versione de
“La sedia di Lillà”, e in seguito ha accompagnato al piano
Alessandro Quasimodo, che ha recitato alcune poesie del
padre. Ci sono state anche le esibizioni del duo “Caminito
Tango” , dei musicisti “Violinisti in jeans”, e del
compositore Gabriele Denaro. Ed anche una “dimostrazione” di
moda con bellissimi abiti scultura da parte della stilista
siciliana Arcangela Aiello (suo l’abito indossato in scena
dalla Miss Italia Tania Zamparo).
Nasce, quindi, sotto buoni auspici questa prima edizione del
Premio, come hanno sottolineato il Presidente del Parco
letterario “Quasimodo” Sergio Mastroeni, e il Presidente del
Distretto “Taormina Etna” Mario Bolognari, nella speranza
che questo concorso possa crescere e possa
internazionalizzarsi, nel nome del grande poeta, traduttore
e Premio Nobel.
E’ quello che si augura anche il figlio Alessandro, attore e
drammaturgo, il quale, insieme agli altri componenti della
giuria, (Aldo Forbice, Maurizio Porro, Massimo Caminiti ,
Mario Bolognari e Romano Dilani) ritiene che il Premio possa
acquistare col tempo un prestigio sempre più importante.
L’organizzatrice dell’evento, Maria Clara Ocera,presidente
della Freeway Castings di Catania, si e’ divertita a
scambiare simpatiche battute con
Vittorio Sgarbi
che, con aria propositiva, in qualità di Assessore al Comune
di Milano,lodando l’idea e la realizzazione dell’evento, ha
prospettato, la possibilità di creare un gemellaggio
culturale per dare più visibilità e prestigio a un concorso
per sceneggiature che si rifà “al respiro europeo della
poesia di Quasimodo”.
Bilancio positivo anche per le due giornate di convegno, la
prima nella antichissima chiesa sconsacrata di San Salvatore
di Mandanici, diventata auditorium e museo etno
antropologico, e la seconda all’interno della splendida
Ducea di Horatio Nelson, a Bronte. Nella prima giornata
spazio alla cinematografia siciliana, con le relazioni del
critico Franco La Magna, del giornalista Romano Milani, e
del fotografo di scena e regista Franco Di Blasi, Madrina
della prima giornata l’attirce siciliana Maria Monse’. Nella
seconda giornata si è parlato del ruolo delle film-
commission siciliane, del fondamentale apporto che possono
(o potrebbero) dare alle produzioni cinematografiche che si
apprestano a girare film dalle nostre parti. Su questo si
sono soffermati il Vice Presidente dell’Etna film
-commission Pippo Cutuli e lo storico del cinema Sebastiano
Gesù, ed anche la dott.ssa Emanuela Longo, in rappresentanza
della neonata
film-commission di Taormina diretta dall’on.
Nino Strano. Madrina della seconda giornata la ex Miss
italia Tania Zamparo, che ha affascinato tutti con la sua
eleganza e classe.
Non sono mancate- come prevedibile- le polemiche, quando
qualche intervento dal pubblico ha puntato l’attenzione su
recenti produzioni come “I Viceré” di Faenza o “Il Capo dei
capi” di Enzo Monteleone. Meglio, sicuramente “I Viceré”
come ha sottolineato Pippo Cutuli, per la splendida immagine
fotografica che rende di Catania. “Anche questa è promozione
del territorio”. Da segnalare l’intervento del regista
teatrale Guglielmo Ferro, artefice di una recente,
interessante messinscena di “Aspettando Godot” in lingua
siciliana.
A fare da cornice alle giornate studio una bellissima mostra
fotografica curata da vari fotografi siciliani (il compianto
Carmelo Condorelli, Dario Azzaro, Angelo Di Blasi e Orietta
Scardino) su alcuni dei set più significativi di Catania.
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