L’EMERGENZA
SICUREZZA
La barbara uccisione
di Giovanna Reggiani fa esplodere non solo la paura ma anche la
rabbia e non poteva mancare la demagogia dei vari politici, in
testa quelli di sinistra, ma anche qualcuno di destra fa la sua
parte. C’è voluto il morto per fare emergere lo squallido
degrado in cui è ridotta la capitale.
Il sindaco Veltroni
dov’era? A viaggiare per i quattro continenti, a proporsi
come scrittore di romanzi e di saggi, a organizzare feste per il
cinema e balli in piazza? Un sindaco non può permettere che
bidonville da quarto mondo si siano ormai insediate non soltanto
attorno alla città ma anche nei pressi del suo centro storico e
di quartieri residenziali. E questo sarebbe il leader
maximo della sinistra?
Sicuramente anche
altre città italiane offrono simile degrado, ho potuto vedere
personalmente il cambiamento in negativo che ha subito la città
di Milano rispetto a qualche decennio fa. Nel maggio scorso un
giornale di Milano quelli che ti danno gratis nella
metropolitana, più di una volta ha pubblicato in prima pagina
una serie di fotografie di zingarelli, rom, o altra genia in
azione, nell’impunità più assoluta, borseggiano gli ignari
passanti per la stazione centrale di Milano; in un altro
interessante servizio ben documentato con relative immagini fa
vedere come in certi quartieri di Milano, all’interno dei
palazzi è praticamente impossibile vivere; giorno e notte i
milanesi sono costretti a convivere con violenze e intolleranze
inaudite, troppo per un paese civile.
L’esasperazione dei
cittadini è palpabile, l’anno scorso sempre a Milano ho
assistito ad un dibattito in cui era presente il ministro degli
interni Giuliano Amato, che parlando d’immigrazione è stato
subissato di fischi ed epiteti poco ortodossi.
Adesso dopo
l’omicidio di Roma, il dibattito sulla convivenza nelle nostre
città si accende. Si scopre di essere in balia del primo ladro o
violentatore di turno senza che lo Stato fa nulla per evitare il
reato. Hanno scritto che il Governo di Romano Prodi ha preso
provvedimenti immediati perché c’era di mezzo il sindaco di Roma
che non è un sindaco qualsiasi, dovrebbe essere il “salvatore”
della patria del centrosinistra, quindi subito convochiamo il
consiglio dei ministri e facciamo il muso duro ai rumeni. Non si
era mai visto una cosa simile: tutto per accontentare Walter,
in palese difficoltà. E’ demagogia della Destra? Penso di
no, chi ha un minimo di ragione ha capito che le cose sono
andate così.
“Il delitto di
Roma è stato il primo delitto dell’era Veltroni segretario del
Pd. E, per gli strateghi della ualter-comunicazione, non può
passare l’idea che nella città amministrata dal futuro leader
del centrosinistra si possa morire così, mentre si torna a casa
dallo shopping[…] Veltroni ha fatto il diavolo in quattro per
piegare il governo alle sue esigenze.” (Mario Giordano, Ma i
razzisti non hanno alibi, 4.11.07 Il Giornale).
Ma che cosa ha
partorito il governo Prodi? Il solito pacco: beccare a
caso un po’ di rom borseggiatori, qualche rubagalline e via
viaggio aereo pagato per Bucarest. Scommettiamo che fra qualche
giorno ce li troviamo di nuovo in Italia? E magari tra qualche
settimana, passata la grand’ondata emotiva, svanita la pressione
mediatica, non ci sarà più nessuna espulsione, il foglio di via
diventerà carta straccia.
Sarà una vera e
propria presa in giro, il decreto così com’è, non ha
conseguenze concrete. E’ una presa in giro, in realtà,
quel decreto si limita a spostare i fascicoli delle espulsioni
dal tavolo del ministro dell’Interno al tavolo dei prefetti
sostiene Alfredo Mantovano, ex sottosegretario agli interni del
governo Berlusconi.
In pratica la
sinistra è la meno adatta a fare una politica sulla sicurezza e
tantomeno il governo Prodi che è prigioniero della sinistra
cosiddetta massimalista, basta vedere cosa hanno fatto con la
legge sull’immigrazione, la Bossi-Fini, una buona legge
letteralmente sabotata dalla sinistra. Anzi hanno avuto la
sfrontatezza di dire che la colpa del fallimento della politica
per la sicurezza in Italia è della Bossi-Fini.
Il senatore
Mantovano, che ha partecipato alla stesura della Bossi-Fini, in
una serie di punti dimostra invece che la colpa è di Prodi e
Amato perché:
1. “Hanno chiuso tre
Cpt per l’identificazione dei clandestini (a Ragusa, a Brindisi
e a Crotone). Questo vuol dire che sono state ristrette
drasticamente le espulsioni effettive: se si riducono i luoghi
nei quali è possibile l’individuazione al fine della
restituzione nel paese di origine, i clandestini restano in
Italia e si consolida la convinzione che non è possibile
procedere alle espulsioni (quindi ne arrivano altri);
2. Hanno ampliato
i ricongiungimenti, andando molto oltre il nucleo familiare e
precludendosi la certezza dell’identità; a parte coniuge e
figli, come si fa a stabilire che vi è un rapporto di parentela
quando si ha a che fare con Stati nei quali non esiste neanche
l’anagrafe?
3. Hanno
eliminato il visto d’ingresso per i soggiorni brevi,
sostituendolo con una semplice autocertificazione. Dunque, non
si sa con sicurezza chi è colui che viene per il periodo di tre
mesi, ma si sa con certezza che resterà in Italia dopo 90 giorni
senza alcuna conseguenza;
4. Hanno usato il
decreto flussi 2006 come sanatoria fittizia per i clandestini
che già c’erano, piuttosto che come strumento per far arrivare i
regolari dai Paesi di origine;
5. Hanno adottato
norme per l’asilo che sono lo strumento per far entrare
chiunque;
6. Non hanno
varato la morotoria sulla libera circolazione di persone dalla
Romania;
7. Non
applicano la direttiva UE n. 38/2004 sulla espulsione dei
comunitari che non hanno un reddito lecito.
(Alfredo Mantovano, Sicurezza, le bugie della
sinistra sulla Bossi-Fini, 3.11.07 l’Occidentale).
S. Teresa di Riva,
8 novembre 2007
DOMENICO BONVEGNA
domenicobonvegna@alice.it |