Gas, Et e
tipping points: le parole di Copenaghen.Fino al 18 dicembre
la conferenza dell'Onu sui cam
Dall'7 al 18 dicembre si riunisce a Copenaghen la 15esima
Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Nella capitale
danese sono attese migliaia di persone tra delegati,
giornalisti e rappresentanti di diverse organizzazioni e
associazioni. A differenza delle edizioni passate, questa
volta hanno annunciato la loro presenza anche numerosi
premier e capi di Stato.
Se manterranno le promesse della vigilia, nei giorni
decisivi del vertici saranno a Copenaghen il presidente
statunitense Barack Obama, il premier cinese Wen Jibao, la
cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier britannico
Gordon Brown, il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva
e molti altri leader. Una mobilitazione che al di là di
quelli che saranno i risultati finali, dà il segno
dell'importanza della posta in gioco.
La Conferenza è chiamata infatti a negoziare un nuovo
trattato per impegnare l'intera comunità internazionale ad
assumere misure in grado di fermare il riscaldamento
globale. L'accordo dovrà sostituirisi al Protocollo di
Kyoto, il primo timido tentativo fatto in ambito Onu per
contrastare i cambiamenti climatici, in scadenza nel 2012.
L'ambizione più alta è il raggiungimento di un'intesa che
rafforzi gli obiettivi di Kyoto e li estenda a un periodo
temporale molto più lungo (la date di riferimento sono 2020
e 2050), impegnando in maniera vincolante anche quelle
nazioni che non hanno aderito al Protocollo di Kyoto (Stati
Uniti) o che sono state esentate dai tagli alle emissioni di
gas serra per non frenarne la crescita (Cina, India, Brasile
e molti altri ancora).
Di seguito un glossario per orientarsi nei resoconti dalla
capitale danese senza smarrirsi nel frequente ricorso a
termini tecnici e a riferimenti a circostanze date troppo
spesso per scontate.
Cambiamenti climatici
Sono le variazioni a livello globale del clima della Terra
rispetto ai valori medi di temperature massima e minima
(della superficie e degli oceani), precipitazioni,
nuvolosità. Essi sono dovuti a cause naturali e, secondo la
grande maggioranza degli scienziati, dall'inizio
dell'industrializzazione anche a causa dell'azione
dell'uomo. La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici utilizza il termine "mutamenti
climatici" solo per riferirsi ai cambiamenti climatici
prodotti dall'uomo e quello di variabilità climatica per
quello generato da cause naturali.
Temperature
Secondo i dati contenuti nel IV Rapporto dell'Ipcc la
temperatura media della superficie terrestre è aumentata di
circa 0,7 °C durante i cento anni dal 1905 al 2005. Le
proiezioni degli scienziati prevedono per fine secolo un
ulteriore incremento compreso tra 1,1 e 6 gradi centigradi a
secondo della variabilità climatica e delle misure di
mitigazione intraprese dalla comunità internazionale.
IPCC (Interngovernmental Panel on Climate Change)
E' stato istituito dall'Onu nel 1988 allo scopo di fornire
ai governi una valutazione scientifica della letteratura
tecnico-scientifica e socio-economica disponibile in materia
di cambiamenti climatici, impatti, adattamento, mitigazione.
E' un organo intergovernativo (e non di ricerca diretta).
Ogni governo ha un suo Focal Point IPCC.
Effetto serra
L'effetto serra è il fenomeno naturale che consente
all'atmosfera terrestre di trattenere una parte del calore
ricevuto dal sole. A rendere il fenomeno possibile è la
presenza nell'atmosfera terrestre dei gas serra. In loro
assenza la temperatura superficiale media della Terra
sarebbe di circa -18 °C mentre il valore effettivo è di
circa +14 °C.
Gas serra
Il vapore acqueo (H2O), l'anidride carbonica (CO2), l'ossido
di diazoto (N2O), il metano (CH4) e l'ozono (O3) sono i gas
serra principali nell'atmosfera terrestre. L'anidride
carbonica (si ritiene incida per circa il 20%) è il gas
serra la cui presenza in atmosfera sta aumentando più
rapidamente in seguito a diverse attività umane (industria,
consumi energetici domestici, trasporti, agricoltura e
allevamento, deforestazione).
Tipping points
Sono i punti critici. Riferiti al clima per tipping points
si intendono tutte quelle soglie (di temperatura, presenza
di CO2 in atmosfera, scioglimento dei ghiacci, acidità degli
oceani) che potrebbero innescare cambiamenti repentini e
irrimediabili, senza più procedere in maniera lineare (per
quanto molti elementi che determinano l'andamento climatico
non sono mai del tutto lineari).
PPM
Parti per milione. E' l'unità di misura con cui si descrive
la quantità di CO2 presente in atmosfera. Durante l'era
preindustriale era inferiore a 300. Attualmente è di 384
ppm. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ipcc per evitare le
peggiori conseguenze dei mutamenti climatici bisogna
rimanere sotto quota 450, ma un numero sempre maggiore di
scienziati ritiene necessario tornare indietro a quota 350.
Carbon sink
Sono le riserve di carbonio, quegli elementi della biosfera
in grado di assorbire anidride carbonica. I principali
carbon sink presenti sulla Terra sono gli oceani e le
foreste.
Mitigazione
Per mitigazione si intendono le misure in grado di ridurre i
cambiamenti climatici già innescati dall'uomo ad un livello
il più gestibile possibile dalle società. In sostanza tutto
ruota attorno al taglio delle emissioni di CO2 e alla
creazione/difesa di/dei carbon sink nuovi/esistenti.
Adattamento
Sono le misure adottate per mettere al riparo le società
dagli effetti climatici che la mitigazione non riesce ad
evitare. Tra gli interventi di adattamento rientrano gli
sbarramenti contro l'innalzamento del livello del mare, la
sistemazione degli argini dei fiumi in previsione di eventi
alluvionali più intensi, nuovi invasi per raccogliere la
minore disponibilità idrica, passaggio a colture agricole
più adatte alle mutate condizioni climatiche e molti altri
ancora.
Protocollo di Kyoto
E' il trattato internazionale per la lotta ai cambiamenti
climatici sottoscritto nella città giapponese l'11 dicembre
1997. Le nazioni industrializzate si impegnano a tagliare le
emissioni di gas serra, i paesi in via di sviluppo come Cina
e India sono esentati.
La quota di riduzione nelle emissioni fissate per l'Unione
Europea è del 8% nel 2012 rispetto ai valori del 1990, per
il Giappone è del 6%. Per gli Stati Uniti era stato
stabilito un taglio del 7%, ma Washington dopo l'adesione
dell'amministrazione Clinton successivamente non ha
sottoscritto il trattato.
CDM (Clean Development Mechanism)
Consente ai paesi industrializzati di realizzare progetti
nei paesi in via di sviluppo, che producano benefici
ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas
serra per il paese ospite e il riconoscimento di crediti di
emissione per la nazione che promuove gli interventi.
JI (Joint Implementation)
Consente ai paesi industrializzati di realizzare progetti
per la riduzione delle emissioni di gas serra in un altro
paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti ottenuti
congiuntamente con il paese ospite.
ET (Emissions Trading)
E' il meccanismo che consente a chi non è in regola con i
propri obiettivi di riduzione dei gas serra di acquistare
sul mercato quote di CO2 tagliata da chi è stato invece
particolarmente virtuoso oppure da chi ha ottenuto un
pacchetto di crediti per ragioni politiche (molti Stati
dell'Est Europa).
ETS (Emissions Trading System)
E' il sistema di scambio dei permessi ad emettere realizzato
dall'Unione Europea e al momento l'unico di una certa
grandezza ad essere in funzione.
Carbon tax
Con questo termine si intende la possibilità di tassare un
prodotto (compresa la corrente elettrica) in base alla
quantità di anidride carbonica necessaria alla sua
produzione o alla quantità che si produce attraverso il suo
consumo (nel caso della benzina ad esempio). La sua funzione
può essere rivolta all'interno (scoraggiare il consumo di
merce dal forte impatto climatico-ambientale) oppure esterno
(colpire le importazioni dai paesi che producono senza
vincoli alle proprie emissioni).
di VALERIO
GUALERZI |